Mediterraneo da ascoltare, da consolare, da umanizzare. Per resistere. All’ondata di odio che sta avvelenando le sponde di questo mare meticcio, squarciato da guerre e disuguaglianze. Ferito dalla povertà, rosso di sangue. Attraverso ferite è anche il tema del Festival Francescano, a Bologna da giovedì 26 a domenica 29 settembre: tra i relatori ci sarà il cardinale Jean-Marc Aveline arcivescovo di Marsiglia, città che incrocia storie e identità. Epicentro di una teologia del Mediterraneo che si batte per il dialogo tra popoli e religioni.
"Il 12 settembre abbiamo festeggiato a Parigi i 50 anni del Servizio nazionale della Conferenza dei vescovi di Francia per il dialogo con i musulmani. È stata l’occasione per constatare, a dispetto delle varie crisi vissute, che ognuno di noi si è speso per portare avanti il progetto. Questo per dire che il dialogo interreligioso, come ogni dialogo, è fragile come la fiamma di una candela, ci obbliga a vegliare. E per noi cristiani non è solo questione di pace sociale, a cui è comunque bene contribuire. Si tratta piuttosto di un obbligo che nasce dalla nostra fede in un Dio trinitario, un Dio che, essendo egli stesso relazione, non smette di invitarci a entrare in contatto con i nostri fratelli, nel contesto in cui ci troviamo. Quando i dibattiti accademici arrivano a un vicolo cieco, le relazioni interpersonali tra credenti di religioni diverse possono continuare e questo, lentamente ma realmente, fa avanzare il dialogo...."
L'intervista a jean-Marc Aveline a cura di Annachiara Sacchi è a questo link:
https://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/RaSt202409/240922avelinesacchi.pdf
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