La vita offre spesso gli indizi per risolvere un po’ del suo mistero. La scorsa settimana ne ho ricevuti alcuni che forse fanno una prova.
1. Ho visto un bambino gattonare da solo. Avanzava, si fermava, si voltava a guardare il padre dietro di lui, e poi riprendeva senza paura. Così, diverse volte, fino ad allontanarsi tanto che molti erano in apprensione, ma non lui né il padre. 2. Ho incontrato i ragazzi di alcune scuole. I loro insegnanti mi avevano mandato in anticipo le domande suscitate dalla lettura di un libro, 50 domande tra cui questa: “Quale consiglio può dare a noi giovani affinché non ci lasciamo bloccare dalla paura di fallire?”. 3. Una studentessa alle prese con un tema di preparazione alla maturità, commentando i versi di una poetessa, scriveva: “La poesia non è un’arte elitaria destinata a qualche eletto, ma è prima di tutto un atteggiamento mentaleche consta dell’amore per la bellezza del quotidiano”. 3. Oggi è il centenario della morte di Franz Kafka, uno degli autori che ho incontrato proprio nell’anno della maturità e che da allora non ho smesso di frequentare. Ispirato dall’anniversario ho letto Conversazioni con Kafka dello scrittore Gustav Janouch che, da adolescente, poiché il padre lavorava nella stessa compagnia assicurativa di Kafka, lo conobbe ed ebbe come amico e mentore.
Che cosa hanno in comune fatti così diversi?
La riflessione di Alessandro D'Avenia è a questo link:
https://www.profduepuntozero.it/2024/06/04/ultimo-banco-204-kafkiano/
Nessun commento:
Posta un commento