Il futuro del primato petrino

«In un’epoca in cui i risultati dell’impegno ecumenico sono spesso considerati scarsi o insignificanti, gli esiti dei dialoghi teologici – internazionali e nazionali, ufficiali e non – dimostrano il valore della loro metodologia, cioè di una di riflessione fatta “evidentemente insieme”».

Nell’attuale “inverno ecumenico” merita particolare attenzione un documento di studio del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani presentato a Roma il 13 giugno scorso dai cardinali Kurt Koch e Mario Grech, assieme a K. Barsamian e I. Ernest. Esso riguarda il servizio petrino e la prassi sinodale. Il titolo recita: Il vescovo di Roma. Primato e sinodalità nei dialoghi ecumenici e nelle risposte all’enciclica Ut unum sint.

Il possibile sviluppo del primato petrino si incrocia con la pratica e la domanda di sinodalità, alla vigilia della seconda assemblea sinodale dedicata al tema. Una delle difficoltà più rilevanti nei rapporti fra le confessioni cristiane – il primato del vescovo di Roma – si apre a nuove e inedite possibilità in connessione con la spinta sinodale.

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