In una recente udienza generale, Papa Francesco ha detto una cosa scontata, persino banale nella sua semplicità: mare e deserto si sono trasformati in cimiteri per coloro che fuggono da povertà, guerra e disperazione. In particolare, il Mediterraneo – il Mare Nostrum, un tempo crocevia di civiltà – oggi è solo una distesa d’acqua che inghiotte sogni e vite: non solo per le difficoltà oggettive di questi viaggi della speranza spesso condotti su mezzi di fortuna, ma anche per la negligenza di una politica che ha scelto di chiudere gli occhi e avallare politiche di respingimento. Ecco, quando tutto questo male è fatto con consapevolezza e responsabilità, allora siamo di fronte a un peccato grave.
Se non si è credenti, si può tranquillamente essere indifferenti a queste (e altre) parole del Papa. Il guaio è quando a fare i conti con queste parole devono essere i nuovi rappresentanti della ...
La riflessione di Gian Paolo Bertone continua a questo link:
https://www.vinonuovo.it/teologia/etica/cristianesimo-e-migranti/
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