l concetto di laicità, oggi spesso al centro di polemiche, è in realtà uno degli ingredienti irrinunciabili di ogni autentica democrazia e la mantiene equidistante sia dalle tentazioni teocratiche, dove il potere religioso occupa lo spazio del potere civile, sia dalle tentazioni cesaropapiste, dove al contrario il potere civile occupa lo spazio del potere religioso.
Il cristianesimo offrì un contributo riconosciuto da molti come essenziale alla formazione dell’idea della laicità: «Al precetto evangelico del “date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio” si deve […] la primogenitura del fondamentale principio della laicità delle istituzioni». In effetti Gesù, contro le tendenze teocratiche del suo tempo – alcuni giudei identificavano il Regno di Dio con il regno degli uomini – distingueva i due ambiti di competenza e azione. Ma egli poteva farlo in quanto credeva in un Dio creatore del cielo e della terra, cioè in un Dio che ha dato una certa autonomia alle sue creature, le quali non sono la dilatazione di lui stesso ma una realtà diversa rispetto a lui, e libera nei suoi confronti (come dimostra il peccato: cfr. Gen 3), sebbene derivante da lui. È in questa «relativa autonomia delle realtà temporali», prospettata dalla Bibbia anche se poi spesso contraddetta nella prassi giudaico-cristiana, che si colloca il vero e proprio punto di aggancio dell’idea della laicità delle istituzioni civili.
È utile in primo luogo confrontare, come fanno molti, laicità e laicismo. Il laicismo, detto anche «laicità alla francese», è l’opinione secondo la quale la religione riguarda la sola sfera privata e spirituale, intesa come ciò che concerne direttamente l’anima, dove è legittimo che si esprima, rimanendo però fuori dalla sfera pubblica e concreta, evitando di entrare in dibattiti su argomenti riguardanti la scuola, il lavoro, la cultura, la società, la politica. I rappresentanti religiosi non avrebbero dunque diritto a intervenire su questioni di rilevanza sociale, specialmente quando, attraverso la risonanza dei mass media, le loro opinioni rischierebbero di influenzare la pubblica opinione; ma possono esprimersi solo sulle questioni private, interiori, spirituali. Le religioni devono «occuparsi di Dio», lasciando allo Stato di «occuparsi dell’uomo», sia nella sua vita personale che in quella sociale.
La laicità è invece l’opinione secondo la quale tutti i soggetti sociali presenti nel territorio di uno Stato hanno il diritto di esprimersi sui diversi argomenti, privati o pubblici.
L'intera pagina del libro di Erio Castellucci a questo link:
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