Nanni Moretti non aveva osato tanto. Nel suo Habemus Papam , girato un paio di anni prima dell’epocale rinuncia di Benedetto XVI, i cardinali consigliano un Papa in crisi, impersonato da Michel Piccoli, di rivolgersi a uno psicanalista. «I cardinali sono disponibili a chiedere il sostegno della psicanalisi», spiega allo psicanalista Moretti un sussiegoso officiale vaticano, «nonostante il naturale scetticismo che lei senz’altro immaginerà».
Scetticismo a parte, Papa, cardinali e terapeuta sono tutti rigorosamente maschi. Ora la Conferenza episcopale italiana sta valutando di inserire nella formazione dei seminaristi il confronto con una psicologa donna. Le crisi esistenziali del Pontefice morettiano non c’entrano, né c’entra il fatto che il Papa vero, Francesco, durante un momento particolarmente delicato della sua vita si rivolse per alcuni mesi a una psicanalista ebrea: «Era una persona buona, per sei mesi mi ha aiutato molto, quando avevo 42 anni», ha raccontato lo stesso Pontefice argentino, sfidando lo scetticismo che ancora aleggia nella galassia cattolica verso la psicoterapia.
Alla base dell’idea c’è la premura per la formazione all’affettività e alla sessualità dei futuri sacerdoti. Si tratta di due ambiti ancora trascurati in molti seminari.
L'intero articolo di Jacopo Scaramuzzi a questo link:
https://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/RaSt202210/221014scaramuzzi.pdf
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