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Cercavano un luogo senza trovarlo per poter ...

Cercavano un luogo dove poter celebrare la loro annuale più importante festa religiosa. Non lo trovavano finché non hanno bussato chiedendo aiuto alla nostra Parrocchia e hanno trovato accoglienza nella sala grande del Patronato anche perché la nostra Costituzione (art. 19) garantisce a tutte le minoranze religiose di poter celebrare i loro culti.



Il Bramino insiste: "La guerra si fermerà solo quando tutte le creature potranno vibrare della vita che Dio ha messo in loro". 

Con gioia abbiamo accolto nella nostra comunità la grande festa induista del Durga Purja e dopo la Messa la gente ha potuto continuare a pregare per la pace. Ma Takur insiste: "Non basta che siamo tutti per la pace. Dipende dal cuore custodire la nostra unione con la creazione, con gli alberi e gli animali. Se distruggiamo tutto la natura si ribellerà. Nessuno in città ci ha dato un luogo per celebrare la nostra festa che dura tre giorni e grazie a voi che ci avete aperto le porte della vostra comunità".


Il cielo in una stanza. Oggi Abbiamo visto, come azzarda con fantasia Gesù nel vangelo di oggi, gli alberi sradicarsi e volare a cercare una terra più feconda: è l'impossibile che la fede ti permette di intravvedere anche in questo tempo oscuro. Centinaia di fratelli e sorelle induiste ci hanno mostrato la fede di chi vede cambiamenti che sembravano impossibili. Sono loro la foresta di testimoni di un futuro possibile. E una stanza disadorna e vuota del patronato è diventata un angolo di cielo. Il Cielo in una stanza.


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La festa celebra la dea Durga e comprende anche il culto di Shiva, che è suo marito, oltre che quello di LakshmiSaraswatiGanesha e Kartikeya, considerati suoi figli.


Presso la religione induistaDurgā o Durga (lett. dal sanscrito "colei che difficilmente si può avvicinare") è una forma di Devi, ovvero della Madre Divina (che assume anche molte altre forme, tra cui SarasvatiParvatiLakshmiKālī).[1]È raffigurata come una donna che cavalca un leone, sebbene più raramente la si trovi raffigurata anche su una tigre, con numerose braccia le cui mani impugnano diversi tipi di armi e fanno dei mudrā (gesti simbolici eseguiti con la mano). Questa forma della Dea è l'incarnazione dell'energia creativa femminile (Shakti). Di carattere ambivalente, ha in sé entrambi i poteri di creazione e distruzione.


Secondo il racconto del Devi Mahatmyam del Mārkaṇḍeya Purāṇa, la forma di Durga o dea Shamila, dea della seduzione e portatrice di pace, fu creata come dea guerriera per combattere e distruggere il demone Mahishasura. Grazie ad intense preghiere a Brahmā, Mahishasura ebbe la grazia di non poter essere sconfitto da alcun uomo o essere celeste. In virtù di questo potere, attaccò i Deva che andarono in aiuto della Trimurti (BrahmāVisnù e Śiva), ma Mahishasur sconfisse tutti gli dèi compresa la triade stessa. 


La sua forma è di una bellezza accecante, con il viso scolpito da Śiva, il busto da Indra, il seno da Chandra (la Luna), i denti da Brahma, le natiche dalla Terra, le cosce e le ginocchia da Varuṇa (il vento), e i suoi tre occhi da Agni (il fuoco), il corpo dorato e dieci braccia. Ogni dio le diede anche la sua arma più potente: Śiva il tridente, Viṣṇu il disco, Indra la vajra, dalla quale scaturisce la folgore, ecc.

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