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Pensare la fede: Tensioni ecclesiali e involuzioni linguistiche

Nei dieci nuclei della sintesi nazionale gli sprazzi di cambiamento vengono opacizzati dai noti conflitti ecclesiali non risolti...


Nei dieci nuclei della sintesi nazionale, la dichiarata centralità e la priorità della Vita conduce ad auspicare un «rinnovamento» e «ripensamento complessivo» che, però, con grande difficoltà riesce a farsi strada in essi e a trovare un’armonica presenza.

Da un lato, infatti, bisogna riconoscere che nei dieci nuclei sono contenute almeno due proposte reali di cambiamento, non più solo al pur importante livello delle parole, ma anche a quello delle strutture. La prima, esplicita, quando si ipotizza «la creazione di un “ministero di prossimità” per i laici dedicati all’ascolto delle situazioni di fragilità» – in modo molto simile a quanto già emerso più di tre anni fa in Christus vivit, §244. La seconda, più implicita, quando si ammette che «i luoghi e le modalità di dialogo nella Chiesa sono ancora pochi, in modo particolare tra Chiesa locale e società civile».

Sono certo due ottime proposte, rispetto alle quali, però, dobbiamo ricordare quanto sia grande nella Chiesa, come in ogni altra organizzazione, il rischio di affrontare i problemi con nuove ma poco efficaci (se non ridondanti) strutture ministeriali, quando essa dovrebbe innanzitutto valorizzare, perfezionare e, se vogliamo, istituzionalizzare la ministerialità dei battezzati che già accolgono, ascoltano, dialogano ed elaborano linguaggi e teologie più includenti delle persone che per vari motivi si sentono o sono fuori – o sulla soglia – dalla Chiesa. Circa la riattivazione e il rafforzamento dei luoghi ecclesiali di partecipazione e dialogo già esistenti, in tutti i documenti del cammino sinodale è stato scritto che è fondamentale e improcrastinabile procedere in tal senso: sarebbe finalmente l’ora di passare alla messa in atto di tale rilancio.

D’altra parte, proprio nel paragrafo in cui è presente la prima proposta di cambiamento, il linguaggio mi sembra molto involuto – cosa ben diversa dal definirlo generico o scritto in ecclesialese (come hanno sostenuto molti critici della sintesi finale). L’impressione è che non si sia riusciti ad armonizzare una diversità di vedute interna alla Chiesa che, quindi, tanto più si cerca di non dichiarare tale, tanto più si manifesta in modo confuso. 


L'intera riflessione di Sergio Ventura a questo link:

https://www.vinonuovo.it/teologia/pensare-la-fede/tensioni-ecclesiali-e-involuzioni-linguistiche/


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