È entrata in vigore il decreto di riforma della giustizia civile con le nuove norme sui procedimenti in materia di diritto di famiglia. Si tratta della più importante riforma del diritto di famiglia dal ‘75. Il legislatore si occupa di come si svolgono i processi: separazione, divorzio e tutti i giudizi relativi ai rapporti con i figli. L’efficienza del processo è fondamentale per tutelare i diritti delle donne e degli uomini le cui famiglie si sono spezzate.
La novità più vistosa (operativa però solo dal 2025) è la fine dei tribunali per i minorenni e la nascita dei tribunali per le persone, per i minorenni e per le famiglie. Sarà quindi sempre un tribunale specializzato ad occuparsi di separazione, divorzio e conflitti fra i genitori relativi ai figli (finora di competenza del tribunale ordinario) e lo stesso tribunale si occuperà dei provvedimenti nei confronti dei genitori ritenuti inadeguati (finora di competenza del tribunale per i minorenni).
Il nuovo tribunale per le famiglie funzionerà in modo molto diverso dal tribunale minorile. La riforma infatti razionalizza le regole del processo, che (a partire dal 1° luglio 2023) saranno uniformi per tutti i procedimenti relativi alla famiglia, pensate per garantire celerità ed efficienza.
Un dettaglio interessante: il ricorso per separazione potrà contenere anche la domanda di divorzio (che potrà però essere pronunciato solo dopo 6 mesi di separazione).
Una annotazione sul metodo: è stato un buon lavoro di collaborazione fra il Parlamento e il governo. Il Parlamento ha inciso in modo significativo sul contenuto della legge delega. Il governo ha poi attuato la delega avvalendosi del lavoro di una commissione di esperti di indubitabile autorevolezza, scelti per il fatto di essere profondi conoscitori della materia e portatori di sensibilità diverse.
Questa esperienza non deve andare perduta anche dopo la fine del Governo che l’ha condotta in porto, perché è così che nascono le riforme in tutti gli Stati occidentali. Sulla fine dei tribunali per i minorenni si sono concentrate le voci critiche.
Sono convinto invece che, se la riforma sarà supportata da adeguate risorse, si possa raggiungere un buon compromesso.
Mi piacciono invece poco le nuove norme sulla violenza di genere che sono ancora una volta sorrette dall’idea che la violenza in famiglia si combatta con nuove norme e rigidità procedurali, mentre servirebbe tanto personale specializzato e tanta efficienza e quindi tanti denari.
(Carlo Rimini per il Corsera)
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