La questione sollevata da Francesco dieci anni fa, intorno alla identità cattolica e al suo dinamismo storico e culturale, è iniziata subito con il suo apparire, la sera del 13 marzo, dalla loggia di S. Pietro, in quella figura e con quelle parole, che hanno provocato lo sguardo e l’ascolto a concepire, come in un “presentimento conciliare”, che cosa potesse essere un prototipo diverso di papa.
Il primo papa “sudamericano”, che non viene dall’Europa, che non ha la storia europea alle spalle e sulle spalle, è insieme il primo papa “figlio del Vaticano II”. Non un padre, ma un figlio. In effetti, un padre è ansioso verso il figlio, mentre un figlio vive con tranquillità della eredità paterna. Questa differenza tra Francesco e i suoi predecessori è la differenza tra una lettura paternalistica del Vaticano II come figlio e una lettura filiale del Concilio come padre.
L'intero articolo di Andrea Grillo a questo link:
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