Donne nella chiesa: stop al diaconato, ma ora hanno più potere

Il ruolo delle donne nella Chiesa non è stato, in questi dieci anni, una priorità per papa Francesco. Lui ha però ascoltato la sfida lanciatagli dalle superiore religiose (Uisg) e nel 2016 ha convocato una commissione — per la prima volta con un numero uguale di donne e uomini — per studiare la possibilità di ordinare le donne al diaconato. 

La decisione è stata per ora bloccata, ma la testimonianza e le pubblicazioni di alcuni dei membri della commissione (per esempio Phyllis Zagano) stanno contribuendo ad approfondire la comprensione di questa questione. Avendo bloccato l'ordinazione diaconale, la questione del sacerdozio femminile non è stata affrontata seriamente. Quando il Papa ne ha parlato, ha riprodotto gli stereotipi che provengono dalla teologia del corpo di Giovanni Paolo II, che considera Maria l'immagine del discepolato per le donne (contemplazione e diaconia occulta) e Pietro per gli uomini (ministero pubblico e leadership liturgica).

Ma se la questione femminile non è una priorità per Francesco, lo smantellamento del clericalismo lo è, e questo indirettamente sta favorendo la partecipazione delle donne al governo ecclesiale. I primi esempi sono due religiose (Nathalie Becquart e Alessandra Smerilli) e una laica (Emilce Cuda). Nathalie Becquart (53 anni, religiosa saveriana) è stata nominata sottosegretaria del Sinodo dei vescovi nel 2021. Alessandra Smerilli (48 anni, suora salesiana) è stata nominata nel 2021 segretaria del Dicastero per lo sviluppo umano integrale ed è la prima donna in assoluto a ricoprire una posizione di governo di così alto livello nella Chiesa. Infine, Emilce Cuda (filosofa ed economista laica di 57 anni, dottore in teologia morale) è stata nominata nel 2022 segretaria della Pontificia commissione per l'America latina. Nelle sue funzioni esecutive, dunque, questa donna sposata e madre di due figli ha ora una posizione che la colloca al di sopra della maggior parte dei vescovi.

(Teresa Forcades)

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