La catastrofe relativa alla fiducia dei fedeli nei ministri consacrati a causa dei loro abusi sessuali, di potere e di coscienza, e del loro successivo insabbiamento, richiede attualmente una revisione degli ambiti di esercizio dell’ufficio del ministero presbiterale. I cattolici e le cattoliche sono giustamente arrabbiati. Sono necessarie conversioni dello sguardo e del cuore. Ma servono soprattutto riforme istituzionali e procedurali.
Questo vale per il sacramento della riconciliazione. La confessione è uno strumento pericoloso. Lo è sempre stato, solo che in altri tempi non richiamava l’attenzione di nessuno il fatto che lo fosse. Attualmente, soprattutto quando la Chiesa vuole fare passi avanti nella sinodalità, è necessario valutare l’esercizio di questo sacramento; ma soprattutto occorre rivedere questo strumento in se stesso.
Il perdono è un aspetto chiave nel cristianesimo. Ma la Chiesa non ha un modo unico di offrirlo. Ad esempio, nella stessa Eucaristia ci sono almeno due momenti di perdono, all’inizio della Messa e quando i partecipanti si donano reciprocamente la pace. Le autorità ecclesiastiche fanno bene il loro lavoro quando esortano i cattolici a chiedere reciprocamente perdono; o quando fanno un appello per la riconciliazione nella società. Ma può ancora essere considerato normale il fatto che una persona debba rivelare la propria intimità ad un’altra? Non è davvero un’assurdità aspettarsi che una cristiana o un cristiano aprano il loro cuore a qualcuno?
L'articolo di Jorge Costadoat S.J. a questo link:
https://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/RaSt202303/230306costadoat.pdf
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