Il presidente cinese Xi Jinping è a Mosca per una visita di tre giorni su cui il mondo ha gli occhi puntati e che si conclude oggi. Nella capitale russa, tirata a lucido per l’occasione, i due “grandi amici” affronteranno numerose questioni bilaterali e “inevitabilmente” – come sottolineato dal portavoce del Cremlino Dimitri Peskov – discuteranno della proposta cinese per una pace in Ucraina. L’incontro, ampiamente annunciato e caricato di aspettative anche da parte della stampa cinese
Xi Jinping si presenta a Mosca come uomo di pace, forte del riavvicinamento conciliato tra gli arcinemici della regione mediorientale, Arabia Saudita e Iran. Di recente inoltre, il leader cinese ha presentato un piano di pace in 12 punti per risolvere la guerra in Ucraina e, dopo il vertice con Putin, è probabile che chiami il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Lo scetticismo di Washington, che è in parte condiviso anche in Europa, deriva dal dubbio che Pechino non sia un attore neutrale in questo conflitto. Il piano di pace cinese, ad esempio, non dice nulla sul ritiro delle truppe russe dai territori ucraini occupati eppure critica le sanzioni e quello che definisce “il doppio standard” occidentale.
Ma dietro i discorsi di pace, secondo diversi osservatori, è probabile che il vertice comporti un aumento del sostegno cinese alla Russia. Le numerose sfide domestiche e internazionali non hanno finora stroncato quella partnership “senza limiti” annunciata dai due leader all’apertura delle Olimpiadi invernali di Pechino nel febbraio 2022 e quello appena trascorso si è rivelato l’anno della svolta nel rafforzamento delle relazioni bilaterali sul piano commerciale e finanziario. Così mentre oggi l’Europa cerca di svezzarsi dall'energia russa, la Cina è in grado di acquistare petrolio e gas a costi ridotti e Putin e Xi potrebbero annunciare a breve di voler accelerare i lavori per costruire un altro gasdotto che unisca i loro paesi. Anche fornire alla Russia beni che non può più acquistare in Occidente, in particolare semiconduttori, è una mossa redditizia per Pechino.
L'intera analisi dell'ISPI a questo link:
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