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Prima La Russa a Gerusalemme, poi Netanyau a Roma mentre in Israele ....

Mentre truppe e coloni provocano e insanguinano la West-bank non solo per ritorsione a fronte di attentati palestinesi, La Russa a Gerusalemme dichiara che Israele ha tutto il diritto di difendersi e garantirsi la sicurezza.


Nel frattempo da settimane gli israeliani scendono in piazza per protestare contro le riforme che Netanyahu sta realizzando correndo il pericolo di scivolare verso una dittatura nascosta. Ieri è arrivato a Roma e chiederà all'Italia di spostare la sua Ambasciata a Gerusalemme e di modificare, ammorbidendolo, il suo atteggiamento all'Onu verso Israele.

In serata ha incontrato la Comunità ebraica di Roma la cui Presidente ha avuto il coraggio di esporsi con queste parole:

"Condivido il senso di profonda preoccupazione per la spaccatura che si sta formando in Israele", ha detto Noemi Di Segni rivelando timori sulla percezione - anche internazionale - della democrazia israeliana. "Il riconoscimento di Israele come Paese democratico è un valore assoluto ma questo è possibile se la dialettica politica riflette i valori ebraici", ha spiegato Di Segni. Che ha rincarato la dose sull'escalation di violenze nei Territori occupati: "Non può essere orgogliosamente ebraico il comportamento di chi incita all'odio e alla violenza verso il proprio vicino. Non si può essere orgogliosamente israeliani, né orgogliosamente ebrei, se in nome di una identità ebraica si offre come risposta al terrore e al lutto la violenza del singolo e la legittimazione ministeriale agli atti di vendetta".

Con lei non è d'accordo l'ex presidente della comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici, che ha urlato a Di Segni: "Vergogna! Non ci rappresenti". Anche altri rappresentanti della comunità ebraica hanno contestato a Di Segni il contenuto del suo discorso e il fatto di non averlo concordato in precedenza.


Oggi pomeriggio ha incontrato Giorgia Meloni mentre a poche centinaia di metri di distanza, a piazza Venezia, c'è unsit-in promosso dalla Comunità palestinese a Roma, il cui presidente, Yousef Salman, spiega: "Siamo in piazza per dire no alla politica criminale del governo più estremista d'Israele. Nel 2022 sono stati assassinati da parte dei soldati, dei coloni israeliani più di 230 palestinesi. Adesso nel giro di due mesi di quest'anno, l'inizio di quest'anno, 78 palestinesi. E quindi chi vuole parlare di pace dovrà parlare della libertà e della giustizia e non esiste la pace senza la giustizia, come non esiste la giustizia senza diritti legittimi del popolo palestinese".


(da RaiNews)

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