C’è un partito dal destino beffardo: re di tutte le prime pagine fino al momento dello spoglio, sparisce subito dopo. È il partito dell’astensione. È sempre stato normale e anche giusto che fosse così. Ma l’astensionismo questa volta non può essere lasciato sfilare nel dimenticatoio, perché ha conquistato la maggioranza assoluta.
Soprattutto dilaga al Sud, dove la gente sa che la “questione meridionale”, posta da Gaetano Salvemini e tanti altri alla base del nostro ragionare politico – tanto che c’era il ministero del Mezzogiorno – è stata per tutti sostituita dalla questione settentrionale. E allora anche il neo-clientelismo, archiviato il Reddito di cittadinanza, non giustifica il voto per un’elezione non amministrativa. Restano in pista “i cacicchi del Pd”, che premiano chi li critica, Schlein.
Ma nel passaggio dalla questione meridionale alla questione settentrionale, entrambe legittime e importanti, spicca un dato culturale che va detto: se in famiglia c’è un parente ricco che ci mantiene ma vuole (e deve) crescere ancor di più e c’è un malato quasi terminale, qual è la questione familiare? ...
La riflessione di Riccardo Cristiano è a questo link:
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