Qui vi riportiamo una parte della lettera di Roi Silberberg, il direttore della Scuola per la Pace che introduce il report dell'anno 2023
Stiamo vivendo il periodo più sfidante di sempre per quanto riguarda gli attivisti per la pace nella regione. La combinazione del “colpo di stato” giudiziario e della guerra esplosa il 7 ottobre ha creato un forte scisma in Israele nella vita di tutti i giorni. (…) Gli eventi recenti hanno reso palesemente chiaro che lo sfondo delle relazioni collettive tra ebrei e palestinesi avrà un peso sempre maggiore di ogni cooperazione locale.
È estremamente importante che accettiamo il fatto preoccupante che, sotto questo regime, la visione di una società condivisa, basata su interessi condivisi fondati in sfide concrete e locali non è sostenibile nel lungo periodo. Alla Scuola per la pace resistiamo, poiché sappiamo che il non prendere posizione può portare alla normalizzazione dell’oppressione palestinese a all’accettazione di uno status quo segnato dal sangue.
Inoltre, l’esperienza ci ha mostrato che le relazioni ebraico-palestinesi devono essere concepite riconoscendo che il popolo palestinese è uno e non isole frammentate (Gaza, la Cisgiordania, i Palestinesi cittadini di Israele, i Palestinesi rifugiati). Il nostro lavoro non è essere un palliativo ma un catalizzatore di una realtà politica modernizzata.
Quest’anno abbiamo allargato la nostra sfera d’influenza attraverso la cooperazione con organizzazioni politiche ed educative simili a noi sia all’interno sia all’esterno di Israele. Queste collaborazioni ci hanno permesso di raggiungere un pubblico più vasto e di formare l’opinione pubblica, adottare nuove prospettive e strumenti e migliorare le nostre attività.
Il 2023 e questi mesi del 2024 sono stati caratterizzati da crisi. Il “colpo di stato” giudiziario e la guerra hanno riesumato i demoni nascosti sotto la nostra coscienza collettiva e la Scuola per la pace ha assunto un ruolo di leader nell’affrontarli.
Le attività raccontate nel Report dimostrano la nostra abilità nel navigare attraverso eventi turbolenti in tempo reale con sincerità e creatività. La nostra forza deriva dal nostro approccio al dialogo: mettiamo i temi sul tavolo con sincerità, senza normalizzarli o sminuire l’influenza dell’oppressione. In questo modo, evitiamo di indulgere nelle illusioni, assumiamo la complessità degli eventi mentre si realizzano, capiamo i motivi sottostanti, e manteniamo la nostra fiducia nell’“altro”.
Siamo particolarmente orgogliosi dei nostri diplomati, perché continuano a spingere per il cambiamento sviluppando progetti davanti a situazioni travolgenti, alla volontà di mettere tacere e addirittura alla persecuzione da parte dello Stato e della società.
Siamo orgogliosi della comunità che abbiamo sviluppato e che continueremo a sostenere e guidare attraverso questi momenti difficili – per il bene loro e quello della nostra società.
Il report è a questo link:
https://drive.google.com/file/d/1zbeftykK_7o1QSQACAeBWMFdaxf8GYWg/view?pli=1
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