"Pellegrini di speranza" è il titolo del messaggio della Commissione episcopale per l’ecumenismo ed il dialogo in occasione di questa giornata
In un campo di concentramento Etty Hillesum così scriveva: “Se noi salveremo i nostri corpi e basta dai campi di prigionia, sarà troppo poco. Non si tratta di conservare questa vita ad ogni costo, ma di come la si conserva. A volte penso che ogni situazione, buona o cattiva, possa arricchire l’uomo di nuove prospettive. E se noi abbandoniamo al loro destino i duri fatti che dobbiamo irrevocabilmente affrontare, se non li ospitiamo nelle nostre teste e nei nostri cuori per farli decantare e divenire fattori di crescita e di comprensione, allora non siamo una generazione vitale. Certo non è così semplice, e forse meno che mai per noi ebrei; ma se non sapremo offrire al mondo impoverito del dopoguerra nient’altro che i nostri corpi salvati ad ogni costo, e non un nuovo senso delle cose, attinto dai pozzi più profondi della nostra miseria e disperazione, allora non basterà”. Ci lasciano senza fiato queste parole. Una giovane donna ebrea, con tutta la vita davanti, non pensa innanzitutto alla sopravvivenza, ma al futuro della società. Lascia in secondo piano l’interesse personale, addirittura un proprio fondamentale diritto, per mettere al primo posto un bene collettivo. Sogna un “nuovo senso delle cose” per un mondo impoverito. ...
L'intero Messaggio è a questo link:
https://www.chiesacattolica.it/il-messaggio-per-la-36a-giornata-del-dialogo-tra-cattolici-ed-ebrei/
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