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Domenica della Parola: Dio ci ha parlato ed è entrato nella storia

Non si tratta solo (e neppure tanto) di cogliere l’utilità della fede mettendola a servizio del bisogno di senso dell’uomo, ma di vedere il tipo di umanità realizzata e vissuta da Cristo come il fondo più vero dell’umano. Essa, la fede, è decisione dell’impossibile rispetto alle normali possibilità umane e, quindi, sfida alle presunte certezze della ragione. Il Dio rivelato in Gesù Cristo oltrepassa gli schemi logorati della logica umana e del cerchio dei bisogni e desideri di gratificazione istantanea. È il riconoscere che Dio cammina con noi oggi


Essere credenti significa essere interpreti del mondo e della storia, a partire dalla consapevolezza che l’esperienza della storicità dell’uomo esige una continua capacità di interpretazioneLa fede è dinamica, movimento dell’esistenza, inquietudine per la salvezza che rappresenta l’interrogativo essenziale dell’uomo e che si manifesta come tensione all’autenticità e alla felicità. Ma si è in cammino con altri, continuamente chiamati dal Dio che è entrato nella storia e nelle vicende degli uomini e delle donne. Lo specifico della fede è proprio quello di tenere aperta l’esistenza e la storia alla Parola che ci dà sempre a pensare, stella di orientamento che muta la comprensione della fede in un di più rispetto alla sola interpretazione concettuale. È la via per esercitare e confermare quotidianamente la decisione dell’affidarsi, perché tale scelta richiede all’uomo la capacità di fare esodo verso l’inesauribile creatività del progetto salvifico di Dio, laddove Dio è Altro, non riducibile alla misura dell’uomo, né risolvibile entro condizioni predeterminate. Per questo occorre ...

La riflessione di Valentin Bulgarelli è a questo link:

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