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Intervista a Enzo Bianchi: “2025? Mi preoccupa, il mondo è in fiamme”

Quando Enzo Bianchi parla – nonostante gli 82 anni da compiere il 3 marzo – ha lo sguardo di un bambino e declina i verbi al futuro come se avesse davanti una vita intera. La sua è un’attenzione costante all’attualità, alla politica, alle crisi internazionali, alle guerre. Con l’arrivo del nuovo anno ilfattoquotidiano.it lo ha incontrato per fare con lui un quadro della situazione politico-sociale e per parlare dell’Anno santo cui ha dedicato la sua ultima fatica editoriale: Lessico del Giubileo(edizioni Edb).


Enzo Bianchi, il Giubileo che ha preso il via in questi giorni con l’apertura della Porta Santa non rischia di apparire oggi come un evento anacronistico, fuori dai tempi per chi è lontano dalla Chiesa o persino una manifestazione romanocentrica?
Indubbiamente il Giubileo presenta dei problemi. Il più grande è quello ecumenico perché essendo l’anno in cui si ricorda il concilio di Nicea, dunque una professione di fede di tutta la Chiesa, il Giubileo torna a dividerci con i cristiani della riforma perché ancora una volta si parla di indulgenze, una questione per la quale sembrava ci fosse stato un accordo tra Chiesa e riformati. Non parliamo degli ortodossi che si sentono estranei all’anno giubilare, non partecipano. Il giubileo solo cattolico è nato nel 1300 dopo la separazione tra Oriente e Occidente perché il volto di Dioera quello di un giudice severo mentre la gente invocava un Dio misericordioso. Fu San Francesco il primo, con la perdonanza, a instaurare qualcosa di questo genere. Successivamente Papa Celestino V con la perdonanza dell’Aquila proclamò di nuovo un anno di perdono per tutti. Una volta compreso che il Giubileo aveva un grande successo tra la gente, il pontefice Bonifacio VIII lo organizzò perché portava soldi a Roma, non certo per un rinnovamento della Chiesa. E da allora è così.

E oggi che valore ha o può avere l’Anno Santo?
Il Giubileo che viviamo non sembra avere alcuna connessione con quello biblico mai proclamato dagli Ebrei: i debiti non vengono rimessi, la condivisione dei beni non c’è, la libertà ai prigionieri non è concessa. Che Giubileo è? Solo spirituale? A forza di spiritualità annulliamo il Vangelo. Credo che sarà un gran carrozzone di pellegrinaggi a Roma ma non si risolverà nulla.

Qualche giorno fa per gli 88 anni di Papa Francesco ha scritto su “X”: “E’ un vegliardo più che un vecchio che veglia sulla Chiesa guidando un gregge che fa fatica a seguirlo. Ma lui non lo abbandona e continua da profeta a camminare davanti cercando le pecore che fuori dal gregge rischiano di perdersi”. Chi è che non va dietro a questo pontefice?
La maggior parte non lo segue. Una parte non è contenta di quello che lui vede come cammino della Chiesa, soprattutto là dove parla dei poveri, degli scarti, dei peccatori: gli uomini religiosi non lo comprendono. Non lo capiscono nemmeno quelli che lo scimmiottano, tanti preti di strada sono che sono diventati star.

(da un'intervista di Alex Corlazzoli per "il Fatto Quotidiano del 4 gennaio)

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