Elezione diretta del premier: una riforma che davvero garantisce stabilità?

Il 18 giugno scorso, il Senato ha approvato in sede di prima deliberazione il disegno di legge costituzionale sul cosiddetto premierato. Già il titolo - Modifiche alla parte seconda della Costituzione per l'elezione diretta del Presidente del Consiglio dei ministri, il rafforzamento della stabilità del Governo e l'abolizione della nomina dei senatori a vita da parte del Presidente della Repubblica – rivela l’obiettivo della proposta, dichiarato anche dalla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: garantire la stabilità degli esecutivi.

Il concetto è ribadito nella relazione di accompagnamento al disegno di legge, dove si afferma che l’instabilità ha prodotto finora "difficoltà di concepire indirizzi politici di medio-lungo periodo, di elaborare e attuare riforme organiche, di farsi carico, in ultima analisi, delle prospettive e del futuro della Nazione". "La decisività del voto elettorale rispetto all’investitura della maggioranza", secondo il governo, consentirebbe di superare tale instabilità.
Può essere utile verificare, attraverso i rilievi di alcuni costituzionalisti in audizione presso il Senato, se la proposta sia effettivamente idonea a garantire l’obiettivo perseguito.

Di cosa si parla in questo articolo:

 

·       Le diverse accezioni di stabilità e la riforma costituzionale

·       Efficacia della riforma per la stabilità

·       La stabilità e i “giochi di palazzo”

·       Conclusioni


L'articolo di Vitalba Azzolini è a questo link:


https://www.valigiablu.it/premierato-elezione-diretta-presidente-consiglio/?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTAAAR3tDkpCSXvavbqF2QyNVZW_EBarBdNJe1RycS-PpM-OuJ26YqMQuIo04cA_aem_P9oIWfxxNGN7xW2KbH7Ftg


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