«The Chosen». Quando Gesù entra nel mondo delle serie

Negli ultimi vent’anni, le serie televisive sono diventate uno dei generi audiovisivi più conosciuti e innovativi. Non dovrebbe quindi sorprendere che alcuni abbiano avuto la (buona) idea di portare la vita di Gesù in questo ambito. La serie si chiama The Chosen(«Il Prescelto») e ha già avuto due stagioni, la prima delle quali è stata trasmessa nel 2019 (aprile-novembre) e la seconda nel 2021 (aprile-luglio). 

Tra le caratteristiche davvero notevoli di questa serie c’è il fatto che si tratta di un progetto completamente indipendente dai grandi studi e finanziato interamente dal crowdfunding. È stato anche deciso di rendere la serie completamente accessibile in tutto il mondo via internet e, con un’app dedicata, renderla facilmente visibile per tutti.La serie è stata concepita in un quadro esplicito di confessione cristiana e con un approccio che vuole essere ecumenico. Lo sceneggiatore e regista Dallas Jenkins è evangelico, ma l’attore che interpreta Gesù, Jonathan Roumie, è cattolico.
Prima di arrivare ai punti di forza e di debolezza del programma, occorre fare un’osservazione importante. Sono state trasmesse solo due stagioni su sette previste, e sarà possibile esprimere un giudizio complessivo, sul piano televisivo e su quello teologico, solo dopo che l’opera sarà stata completata (o meno!). Filmare sia la passione sia la risurrezione (o meglio, i suoi effetti, perché la risurrezione stessa non è mai raccontata nei Vangeli) comporta difficoltà molto grandi e specifiche, come è accaduto per il film di Mel Gibson La passione di Cristo del 2004.

L'analisi critica di The Chosen a cura di Marc Rastoin è a questo link:

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