Da Ain Arik, villaggio della Cisgiordania, arrivano le voci della piccola comunità cristiana. La guerra a Gaza fa sentire i suoi effetti negativi anche in questa zona posta sotto occupazione israeliana. La speranza per una pace giusta, l'esodo dei cristiani, la mancanza di lavoro e di futuro sono stati alcuni dei temi al centro di un incontro con il card. Zuppi, avvenuto nei giorni scorsi, proprio nella parrocchia latina del villaggio, nell'ambito di un pellegrinaggio dell'arcidiocesi di Bologna guidato dallo stesso porporato
Ain Arik è un villaggio palestinese di circa 2000 anime, situato a pochi chilometri a nord di Ramallah. Per raggiungerlo si deve attraversare il muro di separazione israeliano. Quando ci si arriva, a colpire subito è la presenza dei campanili delle due chiese locali, quella latina e quella ortodossa, accanto al minareto della vicina moschea. Vicinanza che racconta una lunga storia di convivenza interreligiosa. Oggi i due terzi degli abitanti del villaggio – tra i quali anche famiglie di rifugiati venuti da Haifa dopo la nascita dello Stato israeliano nel 1948 – sono di fede islamica ma la carica di sindaco è affidata ad un cristiano. La scuola della parrocchia latina, guidata da padre Firas Abedrabbo, è frequentata da 250 alunni, in larga maggioranza musulmani. Inoltre, dalla metà degli Anni Ottanta del secolo scorso, nel villaggio si è insediato un piccolo nucleo di ...
Il reportage di Daniele Rocchi è a questo link:
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