(Risurrezion, opera di Francesco Sabbatucci)
Introduzione
Oggi celebriamo la seconda domenica di Pasqua e non la prima domenica dopo Pasqua, perché la Pasqua del Signore Gesù non è al passato, ma continua. Una volta questa domenica si chiamava “in albis”, perché i battezzati deponevano la veste bianca del battesimo ricevuto la notte di Pasqua. Oggi si chiama anche Domenica della Divina Misericordia, perché si vuole celebrare l’amore misericordioso di Dio, che dona a tutti i suoi figli e figlie il perdono dei peccati e la vita nuova della resurrezione del Figlio suo Gesù.
La Pasqua continua, perché all’incontro con i segni della resurrezione di Cristo segue l’incontro personale con il Signore risorto. Anzi, come narra il Vangelo di Giovanni di questa domenica, è Gesù stesso che va ad incontrare i discepoli e ad aprire la porta della casa, in cui erano chiusi per timore dei Giudei. E l’incredulità di Tommaso, che era assente agli incontri precedenti con il Risorto, si dissolve di fronte al Signore in persona e per credergli non ha più bisogno dei segni oggettivi della resurrezione.
Nella prima lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli, Pietro e i discepoli, che hanno già incontrato il Risorto, compiono segni e gesti che annunciano agli ammalati e a tutti i peccatori la liberazione dal male, per cui si aggiungono sempre più credenti al Signore.
Nella seconda lettura, dal libro dell’Apocalisse, l’apostolo Giovanni ha una visione del Risorto, del Vivente, che era morto, ma ora vive per sempre, e riceve la missione di scrivere le cose che ha visto a testimonianza per il presente e per il futuro.
Oggi è anche la prima domenica in cui la Chiesa universale è orfana di Papa Francesco, non più vivente su questa terra, ma per sempre di fronte al Signore nel Suo Regno.
Intenzioni Penitenziali
1) Signore, ti chiediamo perdono per quando restiamo, personalmente o come comunità, chiusi nelle nostre paure e non abbiamo ancora compreso che la resurrezione di Cristo è l’apertura della Chiesa alla speranza per tutta l’umanità … Kyrie, eleison
.2) Cristo, ti chiediamo perdono perché spesso consideriamo la risurrezione solo un fatto straordinario ed estraneo alla nostra esistenza quotidiana … Christe, eleison
3) Signore, pietà per quando non abbiamo il coraggio di essere testimoni e operatori di pace, di quella stessa pace che ci dona il Signore risorto … Kyrie, eleison
Preghiere dei Fedeli
1) Preghiamo per la Chiesa, perché continui sulla strada evangelica di Papa Francesco, che domenica scorsa, giorno di Pasqua, poche ore prima che morisse, ha speso tutte le sue ultime energie per un accorato appello di pace e per benedire il Popolo di Dio, fatto di fratelli tutti, preghiamo …
2) Preghiamo per i potenti del mondo, perché la loro partecipazione al funerale di Papa Francesco di ieri provochi una conversione alla politica della pace, dell’accoglienza dei migranti, dell’attenzione agli ultimi e al rispetto dell’ambiente, preghiamo …
3) Preghiamo perché con la rispettosa vicinanza agli ammalati e ai sofferenti possiamo essere testimoni umili e credibili di speranza, preghiamo …
4) Preghiamo per la nostra comunità, perché ci lasciamo incontrare dal Signore risorto, che ci vuole far partecipi della Sua resurrezione, per coinvolgerci, giorno per giorno, nella vita nuova che nasce dal dono della propria agli altri, preghiamo …
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L'Agesci ha ricordato papa Francesco con queste parole:
Quanta tristezza per averti perduto, quanta gratitudine per averti avuto con noi. Hai dato forza ai nostri passi, coraggio alle nostre mani, orizzonti al nostro guardo. Vivrai ancora lungo nei gesti, nelle parole e nell'impegno di oltre 180.000 guide e scout Agesci.
Saremo le tue gambe, le tue mani, il tuo sorriso per tornare su ogni frontiera dove urge riportare umanità e inclusione; per riprenderci la cura della casa comune, crescere un’ecologia integrale, chiedere con giustizia e dando voce ai più piccoli della storia; stimolare la conversione missionaria della chiesa, in una dimensione sinodale, di partecipazione e di valorizzazione di tutti i carismi nella cura delle comunità; per facilitare l’incontro in confronto dei movimenti popolari sulla terra, chiedendo una conversione delle politiche per garantire i diritti fondamentali e i bisogni primari ad ogni essere umano; per dare fiato il corpo al grido di pace, di disarmo, di giustizia, di non violenza e di difesa delle popolazioni civile in ogni angolo del globo; per scegliere come destinazione del nostro contributo i luoghi più critici e bisognosi di giustizia e prossimità del nostro tempo; per lavare i piedi anche letteralmente a chi è considerato “scarto” della società nelle carceri, nei centri di accoglienza, nei campi nomadi, nei centri città la notte, nelle case per anziani, nelle strutture di cura, negli ambienti deturpati e inquinati; per crescere nella fratellanza universale con i giovani del nostro tempo, incarnando un mondo possibile di fratelli tutti.
Per tutto questo e per l’immensità del patrimonio di parole e gesti che ci consegni, che ci vorrà una vita riscoprire mettere in pratica, ti diciamo il nostro grazie più grande. Ti affidiamo a quel Dio di cui ha portato il sorriso e la carezza a miliardi di persone.
Ciao Papa Francesco
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Al termine dell'Eucaristia abbiamo anche ricordato e ringraziato il Signore per i 50 anni di matrimonio di Ennio e Beba