Non è facile descrivere che cosa è stata, per chi vi ha preso parte, la Seconda assemblea nazionale del Cammino sinodale della Chiesa in Italia.
Il risultato del voto della Mozione è la seguente: 854 i votanti, con 835 favorevoli; 12 contrari; 7 astenuti. Componevano l'Assemblea anche 167 vescovi
Andando con ordine. Prima della partenza per Roma (31 marzo), l’attesa dei delegati era quella di lavorare su un testo contenente 50 proposizioni prodotte a partire dallo Strumento di lavoro e dalle sintesi che le diocesi avevano inviato (a inizio marzo) dopo un’ultima fase di confronto sulle schede dello stesso documento. Le proposizioni – genere previsto dal regolamento e forse poco noto a molti dei partecipanti – avrebbero dovuto rappresentare, in una sintesi estrema, una sorta di «indice ragionato» delle questioni fondamentali emerse lungo i quattro anni del Cammino.
I vincoli previsti per il confronto (nei gruppi di lavoro) esprimevano la convinzione della Presidenza del Cammino sinodale di giungere – con pochi emendamenti – alla formulazione definitiva delle proposizioni, che nella mattina conclusiva (3 aprile) dovevano essere votate. Una volta approvate, sarebbero state consegnate alla Assemblea generale della CEI di maggio, ultimo passo prima della redazione del documento finale. Questo era il programma.
Ma qui è successo qualcosa di inatteso....
La descrizione dell'evento fatta da Marco Bernardinoni è a questo link:
https://www.settimananews.it/sinodo/sinodo-italiano-serve-ancora-tempo/
Nessun commento:
Posta un commento