Nella preghiera del mattino si dice: «Benedetto Tu H…. che forgi la luce e crei il buio» e in quella serale: «… che avvicendi la luce davanti al buio e il buio davanti alla luce». È strano che ogni volta nominiamo anche il dono opposto invece di ringraziare solo per il beneficio del momento!
Ma così ci insegna Rabbà bar ‘Ullà nel Talmud: «Si deve menzionare anche il dono del giorno di notte e il dono della notte di giorno» (Berakhot 12b). Una prima spiegazione risiede nel fatto che esiste agli antipodi un’altra terra che beneficia della luce quando da noi è notte e viceversa. Già nello Zohar ciò è noto, alcuni secoli prima della scoperta dell’America (P. Wayqrà, 10a).
Ma esiste un’altra motivazione più profonda. In tutte le lingue buio è sinonimo di male (si pensi al detto “tempi bui”), mentre luce è sinonimo di bene. Ciò ci rimanda a un versetto della Torah in cui ...
Il racconto di Rav Alberto Somekh è a questo link:
https://moked.it/blog/2025/04/11/pesach-il-giorno-e-la-notte-lamaro-e-il-dolce/
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