Solo tre mesi fa il Dragone aveva fatto intendere di essere disposta a rinegoziare i prestiti concessi alle economie più fragili, unitamente a Banca mondiale e Fmi. Ma mentre questi ultimi hanno fatto passi in avanti, Pechino è rimasta ferma
Tre mesi fa Pechino aveva preso l’impegno a rinegoziare migliaia di prestiti concessi negli ultimi due decenni ai Paesi in via di sviluppo. I quali, in mancanza di finanze pubbliche adeguate e crescita degna di questo nome, non hanno mai avuto altra possibilità se non indebitarsi con le economie più avanzate per realizzare le infrastrutture più basilari. Per questo un intero continente, l’Africa, è finito nelle mani del Dragone, le cui banche hanno finanziato i Paesi ipotecando come più volte raccontato da questa testata il loro stesso futuro.
Una situazione diventata nel tempo insostenibile e che aveva spinto la stessa Cina a intavolare un confronto con gli altri due grandi creditori globali, la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale.
L'intero articolo di Gianluca Zapporini a questo link:
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