Primo maggio. Cei: “Scommettiamo sulla capacità di futuro dei giovani”. Serve il lavoro “per nutrire la speranza”

“Per porre rimedio a questa crisi epocale, nello spirito del Cammino sinodale”, i vescovi italiani desiderano “condividere percorsi di vera dignità con tutti. Vorremmo che le comunità cristiane fossero sempre più luoghi di incontro e di ascolto, soprattutto dei giovani e delle loro aspirazioni, dei loro sogni, come anche delle difficoltà che essi si trovano ad affrontare”

“Il mondo del lavoro è un ambito in cui i giovani sperimentano forme di esclusione ed emarginazione. La prima e più grave è la disoccupazione giovanile, che in alcuni Paesi raggiunge livelli esorbitanti. Oltre a renderli poveri, la mancanza di lavoro recide nei giovani la capacità di sognare e di sperare e li priva della possibilità di dare un contributo allo sviluppo della società”. La Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace della Cei, nel messaggio Giovani e lavoro per nutrire la speranza, per la Festa dei lavoratori, che cade il primo maggio, riprendono quanto sottolineato da Papa Francesco nell’esortazione apostolica Christus vivit al n. 270. "I dati sull'occupazione in Italia mettono in luce un fatto assai preoccupane: circa un quarto della popolazione giovanile del nostro Paese non trova lavoro, soprattutto nel Mezzogiorno. Il quadro ci deve interrogare su quanto la nostra società, le nostre istituzioni, le nostre comunità investono per dare prospettive di presente e di futuro ai giovani. Essi pagano anche il conto di un modello culturale che non promuove a sufficienza la formazione, fatica ad accompagnarli nei passi decisivi della vita e non riesce a offrire motivi di speranza


L'intera sintesi del documento a cura di Gigliola Alfaro a questo link:




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