La Russia di Putin è ormai “vassalla” della Cina

“La logica degli eventi ci dice che stiamo diventando completamente una colonia cinese” - ha dichiarato una fonte vicina al Cremlino al Financial Times - “i server che utilizzeremo saranno di Huawei, e noi diventeremo i maggiori fornitori [di materie prime] della Cina. Avranno il gas dal gasdotto Power of Siberia 2 ed entro la fine dell’anno lo yuan sarà la nostra valuta principale per il commercio”.
Già nell’analisi dello scorso agosto per Foreign Affairs, Gabuev scriveva che per tenere buoni rapporti con Pechino, il Cremlino non avrebbe avuto altra scelta che accettare condizioni sfavorevoli in qualsiasi tipo di accordo commerciale


Dopo la vittoria dei comunisti nel 1949 contro le forze nazionaliste guidate da Chiang Kai-shek, la Cina aveva un gran bisogno di supporto economico e militare e il paese più vicino disposto a dare una mano alla Repubblica Popolare Cinese poteva essere solo l’Unione Sovietica di Stalin. Fatto da parte l’orgoglio, Mao si recò a Mosca nel suo primo viaggio al di fuori dei confini nazionali dove venne accolto alla stazione da un gruppo di ufficiali sovietici di seconda fascia che non lo portarono, però, subito al Cremlino. Il rivoluzionario Mao venne accompagnato in una dacia a duecento chilometri dalla città, dove dovette aspettare una settimana prima di essere ricevuto da Stalin. A fargli compagnia, nel malumore di quei giorni, c’era solo un tavolo da ping pong all’esterno della dacia, per di più rotto. La lunga attesa e l’assenza di qualsiasi riguardo nei confronti del leader cinese, hanno scritto in seguito gli storici, doveva servire da monito e da promemoria per Mao che qualsiasi fosse stato l’accordo stipulato tra i due paesi, la Russia sarebbe stata sempre la socia di maggioranza. 

A distanza ormai di settant’anni ...


L'intero articolo di Eleonora Zocca a questo link:

Nessun commento:

Posta un commento