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Ricominciare è l'invito dell'Ascensione

Una comunità scossa, vacillante, incerta, dubbiosa si ricorda della parola di Gesù ritrovando la propria identità e ricominciando il proprio cammino di sequela e obbedienza

Matteo ci pone di fronte a una comunità scossa, vacillante, incerta, minata nella fiducia reciproca, talmente sorpresa dagli eventi che si sono succeduti con ritmo incalzante negli ultimi momenti della vita di Gesù, che non fatichiamo a immaginarcela esitante, smarrita, dubbiosa. Prossima forse allo sbandamento e allo scioglimento. Al momento dell’arresto del loro maestro, “tutti i discepoli abbandonarono Gesù e fuggirono” (Mt 26,56), Pietro addirittura lo rinnegò apertamente imprecando e spergiurando, con parole violente, tanto più urlate quanto più erano menzognere e disperate: “Pietro cominciò a imprecare e a giurare: ‘Non conosco quell'uomo’” (Mt 26,74). Ecco gli Undici. Un gruppo smarrito e spaventato, che deve fare i conti con ferite profonde lasciate da un passato che non potrà passare rapidamente, ma che conoscerà strascichi e rigurgiti per chissà quanto tempo. Tuttavia, una cosa i discepoli la sanno ancora fare. Una sola. Ma è la cosa essenziale. Ricordano la parola che Gesù aveva loro detto e le obbediscono: “Andarono in Galilea sul monte che Gesù aveva loro indicato” (Mt 28,16). Gesù l’aveva detto loro subito dopo aver annunciato che si sarebbero scandalizzati di lui e avrebbero conosciuto la dispersione: “Sta scritto: Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge. Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea” (Mt 26,31-32). Gesù risorto lo aveva ripetuto alle donne che si erano recate al sepolcro: “Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno” (Mt 28,10). Sì, siamo di fronte a una povera comunità, una comunità ferita, su cui il peso del passato, dei vissuti personali, ha lasciato tracce pesanti e cicatrici difficilmente rimarginabili. E tuttavia, le parole delle donne (che “corsero a dare l’annuncio ai discepoli”: Mt 28,8), hanno risvegliato nei discepoli la memoria delle parole che Gesù stesso aveva detto loro subito dopo l’ultima cena. E ora essi, la cui poca fede è anche smemoratezza, dimenticanza delle parole del Signore, mentre ricordano le parole del Signore riannodano i fili della loro vicenda di sequela di Gesù e obbediscono al comando mediato dalle donne e si recano in Galilea. Ciò che era avvenuto individualmente per Pietro quando, dopo il triplice rinnegamento, si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto e pianse amaramente (Mt 26,75) ritrovando la sua verità, così ora è l’intero gruppo dei discepoli che si ricorda della parola di Gesù ritrovando la propria verità di comunità del Signore e ricominciando il proprio cammino di sequela e obbedienza.

(fr. Luciano di Bose)

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