Lancia il cuore oltre gli ostacoli - come la guerra in Ucraina - e parla di due importanti eventi ecclesiali ed ecumenici che avverranno nel 2025, quando lui avrebbe ottantanove anni: Francesco, pur preso dalla drammatica attualità, non smette di pensare al futuro. Il papa pensa ai mille e settecento anni dal Concilio di Nicea e al prossimo Giubileo, che si terrà tra tre anni.
Riguardo alla guerra, e sempre aspettando una risposta dal presidente russo Vladimir Putin, al quale dalle pagine del «Corriere della Sera» il 3 maggio aveva espresso il suo forte desiderio di andarlo a visitare a Mosca, il papa ieri al «Regina coeli» ha detto: «Proprio in quest’ora tanti fedeli si stringono intorno alla venerata Immagine di Maria nel Santuario di Pompei. Spiritualmente inginocchiato davanti alla Vergine, le affido l’ardente desiderio di pace di tante popolazioni che in varie parti del mondo soffrono l’insensata sciagura della guerra. Alla Vergine Santa presento in particolare le sofferenze e le lacrime del popolo ucraino».
Ma, pur angosciato per la guerra in atto, che dura ormai dal 24 febbraio, Bergoglio non dimentica alcuni appuntamenti, importanti e belli, che si stagliano all’orizzonte. Venerdì scorso, ricevendo la “plenaria” del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, aveva notato: «La vostra riflessione su come celebrare in modo ecumenico il 1700° anniversario del primo Concilio di Nicea, che ricorrerà nel 2025, rappresenta un contributo prezioso. Nonostante le travagliate vicende della sua preparazione e soprattutto del successivo lungo periodo di recezione, il primo Concilio ecumenico è stato un evento di riconciliazione per la Chiesa, che in modo sinodale riaffermò la sua unità intorno alla professione della propria fede».
Voluto dall’imperatore Costantino, quel Concilio - che si tenne nel 325 in una città di cui oggi rimangono poche rovine, situata a centocinquanta km da Istanbul - volle debellare la “eresia” di Ario, un prete che sosteneva: il Verbo, lassù in cielo, è “simile” ma non “eguale” al Padre. Invece l’Assemblea di Nicea affermò che il Verbo è «Dio da Dio, Luce da Luce, della stessa sostanza del Padre». Ancor oggi, cattolici, ortodossi, anglicani e protestanti recitano quel «Credo». Perciò ipotizzare di celebrare, insieme, i 1700 da quel Concilio.
Nel 2025, poi, ci sarà il Giubileo, Anno santo stabilito dai papi (il primo fu nel 1300, ad opera di Bonifacio VIII; la sua periodicità di ogni 25 anni fu stabilita nel Quattrocento). L’ultima edizione, voluta da Giovanni Paolo II, è stata nel 2000. Il Giubileo, tempo di grande rinnovamento spirituale, spinge spesso a proposte audaci. Nel ’73, in vista di quello del 1975, Giovanni Franzoni, allora abate della basilica di san Paolo fuori le Mura a Roma, denunciò la complicità di organismi vaticani con la speculazione edilizia nella capitale. La proposta, pur evangelica, irritò però assai le autorità della Curia romana; e Franzoni dovette dimettersi dalla sua carica. Altri tempi.
(Luigi Sandri)
Nessun commento:
Posta un commento