Pierluigi e Shireen hanno preso la parola stamattina alla Cita


Pierluigi e Shireen hanno preso la parola stamattina alla Cita, perché la Parola del Vangelo esige coerenza nei fatti. I gesti e i comportamenti di don Pierluigi Di Piazza sono stati ricordati da un frammento di omelia a Zugliano: “La forza delle parole non sta nelle parole stesse ma nella credibilità di chi, pronunciandole, già sta attuandole, come una comunità che invece di parlare di scelta preferenziale dei poveri li serve e li sente parte di una Chiesa inclusiva.” Tanta amarezza resta invece quando proprio questa “Chiesa inclusiva” condanna un suo figlio che come don Pierluigi l’ha servita e amata fino in fondo.

La città di Gerusalemme nell'Apocalisse è splendida nelle sue mura di ieri e ferita dal suo muro di apartheid di oggi, è stata commentata con il sorriso di Shireen, la famosa giornalista di Gerusalemme uccisa dall’esercito israeliano. E dopo il crimine impunito anche il vilipendio di assistere alle percosse dello stesso esercito nei confronti dei fedeli in preghiera al suo funerale, fino a far cadere a terra perfino la bara. Durissima la condanna di tutti i Vescovi della Terra Santa:
Noi Vescovi delle Chiese cristiane in Terra Santa condanniamo la violenta intrusione della polizia israeliana nel corteo funebre della giornalista uccisa Shireen Abu Akleh. La polizia ha fatto irruzione nei reparti dell’Ospedale violando ogni norma. L'invasione e l'uso sproporzionato della forza da parte della polizia israeliana, attaccando le persone in lutto, colpendole con manganelli, usando granate fumogene, sparando proiettili di gomma, spaventando i pazienti dell'ospedale e perfino causando la caduta della bara della defunta, è una grave violazione delle norme e dei regolamenti internazionali, compreso il diritto umano fondamentale alla libertà di religione, che deve essere osservato anche in uno spazio pubblico.”
Attenti alle parole! Chi ripete magari pregando "sia pace su Gerusalemme" agisca nei fatti per denunciare ogni sopruso e quel silenzio complice che da decenni lascia agire indisturbata la potenza dello Stato Israeliano.

(Nandino)

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