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Imam Pallavicini (Coreis): “Non ci può essere un ‘giorno della rabbia’, siamo uomini di speranza non di tenebra”

Subito dopo il bombardamento dell’ospedale al Ahli a Gaza, Hezbollah ha indetto “un giorno di rabbia senza precedenti” e centinaia di manifestanti hanno risposto alla chiamata in Libano, Giordania, Tunisia, Cisgiordania e Iran manifestando per strada e mirando soprattutto alle ambasciate. Una reazione che ha coinciso in Europa con un picco di allerta che ha coinvolto aeroporti, musei e luoghi di culto, in primis le sinagoghe. L'imam Pallavicini (Coreis) spiega: "Un giorno della rabbia da un punto di vista di chi è veramente religioso e tra questi anche i musulmani, non ci può essere”


“Un giorno della rabbia da un punto di vista di chi è veramente religioso e tra questi anche i musulmani, non ci può essere. Noi dobbiamo essere uomini di fede, uomini di speranza, uomini che operano per salvaguardare una visione costruttiva di pace comune”. Va dritto al punto senza tergiversare l’Imam Yahya Pallavicini, vice presidente Coreis (Comunità Religiosa Islamica Italiana). Subito dopo il bombardamento dell’ospedale al Ahli a Gaza, Hezbollah ha indetto “un giorno di rabbia senza precedenti” e centinaia di manifestanti hanno risposto alla chiamata in Libano, Giordania, Tunisia, Cisgiordania e Iran manifestando per strada e mirando soprattutto alle ambasciate. Una reazione che ha coinciso in Europa con un picco di allerta che ha coinvolto aeroporti, musei e luoghi di culto, in primis le sinagoghe. Il Sir ha contattato l’imam Pallavicini mentre si trovava a Siviglia per partecipare ad un incontro di imam e rabbini europei per confrontarsi con “i terribili eventi in Medio Oriente” e l’impatto che stanno avendo “in Europa, portando a sfiducia e pregiudizi che possono sfociare nella violenza”. “È tempo per noi di esserci l’uno per l’altro nei momenti difficili. Un attacco contro uno di noi è un attacco contro noi tutti”, si legge nel documento finale che è stato diffuso al termine dell’incontro.

L'intervista a cura di M. Chiara Biagioni a questo link:



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