In questa XXX domenica del Tempo Ordinario Gesù continua ad essere messo alla prova, prima dai sadducei ora è la volta dei farisei, con la domanda di un dottore della legge su: “Qual’è il grande comandamento?” (Mt 22,36). Il Vangelo di Matteo non riporta l’inizio di questo, ossia “Shemà Israel” - “Ascolta, Israele”, che troviamo nel Deuteronomio (Dt 6, 4-5) e nel vangelo di Marco (Mc 12,29). Nella Bibbia erano e sono presenti ben 613 precetti ed i giudei discutevano molto su quale fosse il comandamento più grande e tra questi i più importanti. La domanda posta a Gesù riguarda ognuno di noi, perché è come se ci venisse chiesto: “Cosa ci rende cristiani, cosa dobbiamo fare per seguire Dio?”. Gesù risponde citando il grande e primo comandamento: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande ed il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso.” (Mt 22,37-38). Il verbo utilizzato da Gesù per connotare l’Amore è agapào, che vuol dire preferire, prediligere l’amore gratuito senza pretese né aspettative. Gesù afferma con forza che non esiste contrapposizione tra l’amore di Dio e l’amore per gli uomini, citando oltre al Deuteronomio (Dt 6, 4-5) anche l’insegnamento del Levitico (Lv 19,17a.18): “Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello. Non vendicarti e non serbare rancore contro i figli del tuo popolo. Ama il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore” (TestoCEI2008). Insegnamento profetico se guardiamo la Terra Santa, dove l’odio e la vendetta soppiantano il dialogo e la ricerca della pace. Ma chi è il mio prossimo? A quel tempo prossimo era sinonimo di parente, ossia di coloro che facevano parte della stessa famiglia, dello stesso clan, dello stesso popolo. Per Gesù il prossimo è colui a cui mi avvicino o che si avvicina a me, anche se di diversa religione, razza o colore della pelle. Nella prima e seconda lettura viene ricordato l’amore verso gli stranieri, le vedove, gli orfani, i poveri. Per compiere ciò, Gesù ricorda che bisogna prima amare Dio in modo vigoroso, totalizzante, con tutto il cuore, anima e mente e con tutte le proprie forze e poi mettersi al servizio dei fratelli e delle sorelle. Una testimonianza di questa fede è l’amore vero e durevole di Dora e Franco, che festeggiano oggi 60 anni di matrimonio, e soprattutto il loro amore verso i figli, i nipoti, parenti ed amici tutti. La totalità della persona umana è coinvolta in questo amore verso Dio e verso il prossimo. NellaTraduzione interconfessionale in lingua corrente della Bibbia (Tilc), cioè quella fatta insieme da cattolici e protestanti, si legge: “Tutta la legge di Mosè e tutto l’insegnamento dei profeti dipendono da questi due comandamenti” (Mt 22, 40).
Atto penitenziale
Signore ti chiediamo perdono per tutte quelle volte che non abbiamo accolto la Parola di Dio e abbiamo chiuso le nostre orecchie, il nostro cuore e le nostre menti
Kýrie eléison
Cristo ti chiediamo perdono per tutte quelle volte che ci siamo allontanati dalla luce di Dio ed abbiamo abbondonato il bene
Christe eléison
Signore ti chiediamo perdono per tutte quelle volte che abbiamo dimenticato l’amore verso gli stranieri, le vedove, gli orfani ed i poveri
Kýrie eléison
Preghiere dei fedeli
Preghiamo dicendo: Padre, ascoltaci!
Per la Chiesa perché sia sempre nel mondo la testimonianza credibile dell’amore di Dio per gli uomini ed il segno di salvezza.
Preghiamo: Padre, ascoltaci!
Per tutti gli uomini e le donne di buona volontà perché contribuiscano ad eliminare dal mondo guerre, sopraffazioni, ingiustizie e divisioni con le soluzioni diplomatiche e con la forza amorevole della non violenza, in particolare per la bombardata Terra Santa e per la martoriata Ucraina.
Preghiamo: Padre, ascoltaci!
Ti ringraziamo Signore per la bella testimonianza di fede di Dora e Franco, che oggi festeggiano 60 anni di matrimonio, siamo grati per il loro esempio di amore e fedeltà, per aver costruito una famiglia solida e amorevole, per averci insegnato che l’amore vero, agapào del grande e primo comandamento, è in grado di superare qualsiasi ostacolo e per averci mostrato che il vero amore è quello che perdura nel tempo.
Preghiamo: Padre, ascoltaci!
In questo giorno gioioso non vorremmo dimenticare coloro che ci hanno preceduto presso la casa del Padre, ed in particolare Elina, che ci ha lasciato giovedì scorso, preghiamo perché la sua anima sia sempre avvolta dalla luce del Signore, vorremmo anche ricordare tutte le persone vedove e tutti coloro che hanno perso una persona cara perché possano sempre essere avvolti dall’amore e dalla tenerezza di Maria Santissima.
Preghiamo: Padre, ascoltaci!
Per tutti noi che oggi abbiamo ascoltato la Parola di Dio, perché l’amore e la sollecitudine verso tutti i fratelli e le sorelle che incontreremo, siano sempre il segno del nostro amore verso Dio.
Preghiamo: Padre, ascoltaci!
Monizione all'Antifona di comunione
L’antifona di comunione sottolinea la continuità e l’unità della celebrazione: dalla mensa della Parola alla mensa Eucaristica. È un versetto del Vangelo proclamato proprio per dire che la Parola, Eucarestia e Comunione compongono un’unità inscindibile. Così come abbiamo sottolineato il passaggio dalla Liturgia della Parola alla Liturgia Eucaristica, con il cambiamento di luogo della celebrazione, dall’ambone all’altare, accendendo le candele all'altare a quella dell'ambone.
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