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Smascherare i meccanismi della manipolazione

In questo brano evangelico non si tratta di demonizzare le figure dei farisei, bensì di cogliere il carattere universale, antropologico, trasversale a ogni organizzazione religiosa e non solo, dei meccanismi della manipolazione.



Gli avversari di Gesù decidono in modo nascosto un piano per “far perire” Gesù (Mt 12,14), per “arrestarlo con un inganno” (Mt 26,4), per “ucciderlo” (Mt 27,1). L’espressione tradotta con “tenere consiglio” si riferisce a una decisione presa in comune e indica un complotto, lo studio e la pianificazione, necessariamente segreti, di una strategia a cui attenersi per ottenere il fine di colpire e affossare Gesù. Nel nostro passo essi decidono di attuare un inganno in base al quale Gesù, con le sue stesse parole, si condannerà. Così che essi, da veri maestri della manipolazione, ne possano uscire totalmente innocenti, anzi, da difensori della santità di Dio. Ovviamente qui non si tratta di demonizzare le figure dei farisei, bensì di cogliere il carattere universale, antropologico, trasversale a ogni organizzazione religiosa e non solo, dei meccanismi della manipolazione. In quest’ottica è interessante l’annotazione matteana che i farisei “inviarono i propri discepoli” (Mt 22,16), insieme agli erodiani, a tendere il tranello a Gesù. Ci sono dei mandanti che restano nell’ombra, che inducono altri a esporsi, e anche questo è un espediente per coprirsi le spalle e tenersi aperta una via di scampo nel caso di fallimento dell’operazione. Inviare i discepoli (al di là della plausibilità storica di questa annotazione su cui discutono gli esegeti), significa servirsi di chi è in posizione di inferiorità per dare realizzazione al piano concepito dai mandanti, dalle “menti” che hanno escogitato il piano. Piano che è una vera e propria “trappola”, come appare dall’uso del raro verbo paghideúo (Mt 22,15: la Bibbia CEI traduce con “cogliere in fallo”) che in 1Sam 28,9 LXX indica un inganno che tende a far morire una persona. Il vocabolo paghís indica poi, nel NT, una rete, un laccio, un tranello (Lc 21,35; Rm 11,9; 1Tm 6,9) e si riferisce anche ai tranelli “del diavolo” (1Tm 3,7; 2Tm 2,26). Da strumento di caccia per catturare animali, il vocabolo arriva a designare le macchinazioni intrappolare un uomo. Il versetto iniziale della nostra pericope prepara dunque il contesto di abuso e menzogna con cui Gesù si troverà confrontato. Ed elemento costitutivo ma anche rivelativo della menzogna e della doppiezza dell’agire dei suoi avversari appaiono le parole dolci, elogiative e di stima con cui gli interlocutori si presentano a Gesù e che preparano il terreno per quello che essi intendono essere l’affondo che farà cadere Gesù. “Maestro, noi sappiamo … Dunque, di’ a noi il tuo parere” (cf. Mt 22,16-17).

Gesù reagisce denunciando immediatamente l’ipocrisia e la cattiveria dei suoi interlocutori, ma la risposta di Gesù arriva a suscitare stupore e meraviglia nei suoi avversari soprattutto nel momento in cui fa intervenire Dio in una discussione da cui era stato estromesso a tutto vantaggio di Cesare: “Rendete a Dio quello che è di Dio” (cf. Mt 22,21). Di fatto, Gesù sta smascherando l’ateismo dei suoi religiosi interlocutori. Essi dimenticano Dio pur avendolo sulla bocca e dicendo di onorarlo. Non era forse a farisei e scribi che Gesù aveva rivolto le dure parole del profeta Isaia: “Questo popolo, mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano esso mi rende culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini” (Mt 15,8-9)? La discussione sulla liceità o meno del pagamento del tributo a Cesare viene dunque superata da Gesù con l’affermazione che non può che zittire i farisei circa il riconoscere e dare a Dio quello che è di Dio.

La domanda che emerge da questa pagina è pertanto: A chi apparteniamo? Chi è il nostro signore? La parola di Gesù, più che regolare i rapporti tra stato e chiesa, va colta come spazio vuoto che i credenti nella storia dovranno riempire con intelligenza della rivelazione evangelica e con creatività.


(dal commento di Luciano Manicardi)

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