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La disumanizzazione del nemico

Mercoledì scorso, durante una conferenza stampa a Tel Aviv, il presidente israeliano Isaac Herzog, in risposta ai giornalisti che lo incalzavano sulla situazione umanitaria dei civili a Gaza, ha detto: «Non è vera la retorica secondo cui i civili non sono consapevoli e coinvolti. Avrebbero potuto ribellarsi, avrebbero potuto combattere contro quel regime malvagio che ha preso il controllo di Gaza».

Come a dire che è saltata la distinzione tra popolazione civile e Hamas. Che si è compiuta ormai completamente la sovrapposizione tra i civili e i combattenti. Che le azioni efferate di Hamas, quindi, possono per questo consentire una punizione collettiva.

Nella sovrapposizione tra miliziani e abitanti di Gaza, i civili palestinesi non sono considerati vittime innocenti della guerra, ma rimangono in gran parte responsabili della propria morte e del proprio destino.

Sono le parole a modellare le relazioni tra le parti in conflitto, in guerra è antica la necessità di disumanizzare il nemico. Aiuta a combattere, ma anche a modificare la sensibilità e quindi le intenzioni della pubblica opinione. Aiuta a combattere ma è spesso preludio di orrore. La disumanizzazione dei palestinesi è da anni al centro della strategia di guerra di Israele ...


L'articolo di Francesca Mannocchi a questo link:

https://www.finesettimana.org/pmwiki/uploads/RaSt202310/231015mannocchi.pdf



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