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Nell’ottica dei buoni contro i cattivi non si svolge alcun ruolo

Chi difende ama la patria, non odia l’altro. È qui a mio avviso un ruolo attivo della non violenza davanti all’esercizio del diritto all’autodifesa.

La visione a mio avviso davvero magisteriale di Francesco non pretende l’impossibile dalle vittime, ma  ci impedisce di dividere, piuttosto ci unisce. Tutti difendiamo noi stessi in un qualche momento, ma poi l’orgoglio, la rabbia, ci spiegano che anche offendendo si difende. Il magistero di Francesco no, e quindi non divide in buoni e cattivi, non cede a letture ormai superate, ideologiche e così non cade nell’errore di classificare popoli o religioni buone e popoli e religioni cattive.

Le religioni sono tutte parti del progetto pluralista di Dio. Ho difficoltà a non riconoscermi in quanto ha detto sul conflitto tra Israele e Hamas: “È diritto di chi è attaccato difendersi, ma sono molto preoccupato per l’assedio totale in cui vivono i palestinesi a Gaza, dove pure ci sono state molte vittime innocenti […] Il terrorismo e gli estremismi non aiutano a raggiungere una soluzione al conflitto tra israeliani e palestinesi ma alimentano l’odio, la violenza, la vendetta e fanno solo soffrire gli uni e gli altri”.  È uno dei pochi discorsi che mi è parso non rispondere a narrative inconciliabili.


L'interessante riflessione di Riccardo Cristiano è a questo link:




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