La “Lettera al popolo di Dio” dei padri e delle madri sinodali non è una novità. Da sempre, il Sinodo dei vescovi ha inviato, al termine dei suoi lavori, un messaggio al popolo di Dio, o una lettera, o un documento che comunque si riferisse ai fedeli di tutto il mondo. Allo stesso tempo, questa lettera deve avere qualche novità, perlomeno nella stesura. Non può essere uguale al documento di sintesi che sarà invece approvato alla fine del Sinodo. Deve, soprattutto, dare il senso dei lavori del Sinodo.
Se il documento di sintesi sarà, nelle parole del prefetto del Dicastero della Comunicazione Paolo Ruffini, “transitorio”, il messaggio al popolo di Dio dovrebbe rappresentare la direzione che si vuole dare al processo sinodale. Ci saranno i grandi temi della pace e delle migrazioni, e probabilmente anche un atto di unione con il Papa e di adesione al magistero petrino, tema che è venuto fuori nell’ultima settimana di dibattito. Tutti gli altri temi saranno parte del dibattito. Ma va considerato che il messaggio è un messaggio, e non un documento di sintesi. Il tema sarà più importante del contenuto, perché non ci saranno tutti i contenuti.
Intanto, si guarda già al futuro. Il Cardinale Jean Claude Hollerich, relatore generale del Sinodo, aveva già parlato di una “road map”verso la seconda tappa del Sinodo nel suo discorso inaugurale. Per ora, il Sinodo raccoglierà varie proposte, e sarà da comprendere se ci saranno nuove tappe continentali di ricezione dei risultati di questo sinodo o altre iniziative locali più leggere. La volontà della Segreteria generale del Sinodo sembra essere quella di avere una presenza forte e pervasiva nei processi, e dunque tutto dipenderà da quello che la Segreteria richiederà ai vari organismi regionali e continentali.
L'intero punto sul Sinodo e i prossimi passi a questo link:
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