“Quanti ostentano dottrine e insegne religiose, senza che loro vita sia minimamente sfiorata dal Vangelo che sbandierano, sono il nulla, come denuncia Paolo nella Prima Lettera ai Corinti”
“Non chiunque mi dice ‘Signore, Signore’, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Mt 7,21). Con questo severo monito rivolto ai suoi discepoli, Gesù dichiara e chiarisce che l’ostentata esibizione di attestati di fedele ortodossia non è sufficiente per l’appartenenza alla comunità del regno. Questa viene concessa solo a quanti, nella pratica delle beatitudini, realizzano la volontà del Padre, prendendosi attivamente cura dei più deboli della società, i poveri, gli emarginati, gli esclusi, gli stranieri. La missione di Gesù è stata infatti quella di realizzare e portare a compimento il disegno del Creatore, che aveva espressamente chiesto che non vi fosse “alcun bisognoso in mezzo a voi” (Dt 15,4), unica garanzia della presenza del Signore in seno a una comunità (“Nessuno infatti tra loro era bisognoso”, At 4,34).
Per questo l’unico distintivo ammesso, il solo che fa riconoscere come seguaci autentici del Cristo, è l’amore che si fa servizio
Nessun commento:
Posta un commento