La fotografia custodita nei faldoni dell’Archivio Apostolico vaticano è datata 8 settembre 1951. Ritrae un sacerdote un po’ emaciato in clergyman chiaro, estivo, che dopo essere sceso dal treno si avvia verso un futuro ignoto, circondato da un piccolo codazzo di autorità.
È l’immagine di Antonio Riberi, ultimo nunzio vaticano in Cina, che arriva in treno a Hong Kong, allora ancora protettorato britannico, dopo l’espulsione da parte del regime comunista di Mao Zedong. Ora che il Vaticano si accinge a confermare per la terza volta l’accordo biennale «provvisorio e segreto» con Pechino, stipulato per la prima volta nell’autunno del 2018, quella foto assume il significato di un doppio emblema.
Il primo è quanto traumaticamente i rapporti tra cattolicesimo e Cina comunista si siano interrotti per quasi settant’anni. Il secondo è ...
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