Torna l’opera prima del pedagogista brasiliano, figura di spicco del panorama mondiale, incarcerato ed esiliato per le sue idee ispirate a libertà e speranza. Da lui hanno preso avvio movimenti popolari di lotta contro la sottomissione per milioni di persone in nome della consapevolezza e del pensiero critico.
Esce oggi per Mimesis L’educazione come pratica della libertà (pagine 150, euro 15,00), opera prima del filosofo dell’educazione brasiliano Paulo Freire. Iniziato in carcere e concluso durante l’esilio cileno, questo libro costituisce il presupposto per La pedagogia degli oppressi (1971), opera rivoluzionaria in ambito pedagogico per aver gettato le basi di un nuovo metodo educativo, capace di prendere in considerazione il contesto socio-economico e ispirando la nascita di movimenti per l’educazione popolare. Il saggio sarà presentato a Bookpride Genova, oggi alle 17.30, con i curatori Silvia Bevilacqua e Pierpaolo Casarin, insieme a Marco Baldassarre, che oltre a parlare del libro ripercorreranno la vita di Freire - nato a Recife nel 1921 e morto a San Paolo nel 1997 - figura di spicco nel pensiero pedagogico mondiale, arrestato per la sua attività educativa e considerato un riferimento per una visione globale della pedagogia abbinata a un’idea di libertà, speranza ed educazione, valori basilari anche di movimenti democratici in tutto il mondo.
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