Lettera ai nostri contemporanei del popolo ebraico della diaspora

Raniero La Valle con un primo nutrito gruppo di co-firmatari hanno elaborato una lettera per il popolo ebraico della diaspora che desidera fare il punto e promuovere un dialogo fecondo, non viziato da estremismi e preconcetti su quanto sta accadendo in quella terra.


Non è solo una semplice condivisione ma è anche l'invito per chi la condividesse di associarsi ai mittenti. Se si ritiene opportuno e si desiderasse sottoscriverla, si può inviare l'adesione scrivendo a questo link: 
notizieda@chiesadituttichiesadeipoveri.it 

Questo scrive Raniero La Valle inviando il testo della lettera ricca di temi e con uno sguardo ampio sull'intera area medio-orientale:

Gentili Amici,

approfitto per mettervi a parte di una iniziativa che riguarda la tragedia in atto in Palestina e nel Vicino Oriente. Si tratta di una lettera che vorremmo indirizzare agli Ebrei della Diaspora. Siamo tutti sgomenti nel vedere il livello estremo cui è giunta la distruzione della popolazione e del territorio di Gaza, nonché la caccia ai palestinesi considerati indocili o terroristi, sia in Cisgiordania che in Libano e in Iran, con grave rischio per la stessa pace mondiale. Ma non minore è lo sgomento per la acquiescenza del mondo di fronte a questa tragedia e per la nostra impotenza a fare alcunché per mettervi fine. Sentiamo però fortemente che non ci è consentita né la rassegnazione né l’indifferenza dinanzi alla passione palestinese, né possiamo ignorare il dramma che vive la stessa popolazione di Israele, una gran parte della quale vorrebbe sottrarsi alla complicità con le politiche genocide del proprio governo, mentre lo stesso popolo ebreo della Diaspora è coinvolto in una contraddizione che lo mette a rischio nel suo rapporto con le nazioni in cui vive. 

Ci sembra pertanto che questa crisi non coinvolga solo Israeliani e Palestinesi, ma tutti noi, Ebrei e non Ebrei, per l’intreccio strettissimo delle nostre storie e per i legami di fraternità e di amicizia che, soprattutto dopo l’Olocausto, siamo riusciti a ristabilire tra noi.

Il nostro coinvolgimento in questa tragedia è determinato anche dal fatto che essa non investe direttamente solo i due popoli in lotta, né è solo un evento di portata locale, ma investe tutti i popoli e gli Stati ed ha una portata di carattere mondiale. Se, non risolvendosi questo conflitto, esso lasciasse dietro di sé due popoli irrimediabilmente nemici, la cui spinta vitale fosse la distruzione l’uno dell’altro, così ogni altro popolo potrebbe cadere nella stessa sindrome di annientamento reciproco, in modo tale che l’unità della famiglia umana sarebbe rotta e il mondo non potrebbe sussistere.   

La lettera vorrebbe promuovere un dialogo fecondo, non viziato da estremismi e preconcetti. Ve ne allego il testo, non solo per conoscenza, ma anche perché chi lo condivida e voglia firmarla associandosi ai mittenti risponda a questa e-mail, indicando nome e qualifica.

Con i più cordiali saluti,

 

Raniero La Valle

 Il testo della lettera è a questo link:

https://drive.google.com/file/d/12uu5oB5TVRNrI-wIhMWibCpXOxveuUu8/view?usp=sharing

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