Perché il mondo non sia sfigurato. Fare memoria, immaginare la pace

L’appello di pace, lanciato a Parigi la settimana scorsa da donne e uomini di religione e da personalità umaniste, chiede di «immaginare la pace» e ricordare cosa è stata la guerra. Sul sagrato della basilica di Notre Dame, ormai quasi ricostruita, l’appello firmato dai vari leader è suonato grave. 


Sembrava che ci fosse un’altra ricostruzione da fare per non scivolare nel fuoco della guerra. Infatti, è necessario guardare oltre l’attuale orizzonte, dominato dalle logiche di guerra, senza spazio per costruire o immaginare. L’appello afferma: «Purtroppo, c’è una diffusa rassegnazione di fronte ai conflitti aperti, che rischiano di degenerare in una guerra più grande e travolgente. In tante parti del mondo, e anche qui in Europa, si è smarrita la memoria dell’orrore della guerra, eredità dei due conflitti mondiali del Novecento. Quell’eredità che mostra come solo la pace è un’alternativa umana e giusta!».

La pace è stata ormai, in larga parte, espunta dal discorso pubblico. Si parla di armi, minacce, scontri. A questo si fa l’abitudine. Anche il recente e allarmante discorso di ...

L'articolo di Andrea Riccardi continua a questo link:

https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/pace-e-memoria

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