Le nuove tecnologie ci hanno consegnato la produzione dell’informazione, ma per usarle in modo consapevole sarebbe servito un salto culturale inattuabile in pochi anni. Eppure da oggetto di consumo e fine del nostro narcisistico lifestyle possiamo riportarle al ruolo di strumenti di condivisione, per una comunicazione orizzontale e autentica
L’ho scritto qui più volte e lo ripeto. Lavoro soprattutto con i bambini e imparo da loro, l’unico gruppo di umani che, nel mondo raccontato e non vissuto di oggi, quando si permette loro di essere gruppo, riesce con naturalezza a liberarsi dagli stereotipi, dai “sentito dire”, dalle idee fisse che cementano improbabili identità singole e collettive in un narcisismo devastante e divisivo che sta ammazzando le società, dove gli slogan delle parti si sostituiscono a ogni possibile ragionamento comune, la tristezza integralista del “politicamente corretto” esclude il confronto tra le differenze, e le idee, il pensiero, le discussioni sono sempre più lontani dalla vita e dalle emozioni della persone vere. I bambini, se semplicemente li osservi e presti loro attenzione, con il gioco ti dimostrano in un attimo che un mondo diverso è possibile....
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