Tripoli dove, nel quartiere più povero di tutto il Mediterraneo colpito da una guerra di quasi 40 anni tra sunniti e alawiti, ha visitato la struttura di "Forsa", progetto sostenuto da musulmani e cristiani per la riabilitazione dei tossicodipendenti
Hussein ha 32 anni e ha iniziato a drogarsi a 15. È biondo, alto, dai tratti quasi caucasici, e non si direbbe che per oltre dieci anni è stato tossicodipendente, senzatetto, spacciatore occasionale per racimolare una dose per sé stesso. Hussein ha poi intrapreso un percorso di riabilitazione e da anni non fa più uso di sostanze. La classica storia a lieto fine, di cadute e risalite, potrebbe sembrare quella del giovane libanese di Tripoli, nord del Paese. Ma tra l’iniziare a drogarsi e il “ripulirsi” completamente, c’è in mezzo un’ampia gamma di lacerazioni umane, fisiche e spirituali. Ferite, forse più profonde di quelle inflitte dall’eroina, che si rimarginano dopo anni e anni. Hussein le ha rimarginate e questa, probabilmente, è la più grande vittoria. Ce l’ha fatta grazie ad un progetto chiamato Forsa, il primo centro di riabilitazione per le dipendenze a Tripoli, Libano del Nord, dedicato a ragazzi come lui finiti per strada e in trappole da cui è difficile uscire da soli.
Il servizio di Salvatore Cernuzio continua a questo link:
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