Due voci sulla riforma della curia romana. La prima di Lorenzo Prezzi, sugli aspetti incompiuti e contradditori del processo che rischiano di compromettere una delle riforme cardine del pontificato di papa Bergoglio. La seconda di Fabrizio Mastrofini, che conosce dall’interno la complessa macchina curiale e suggerisce a papa Francesco una proposta per un cambio di passo e di mentalità nella riforma della curia che il Giubileo potrebbe propiziare.
Ecco il punto e la proposta (sommessa, con deferenza…) da rivolgere a papa Francesco. Dobbiamo rimettere il centro, al centro, perché sia una vera comunità di intenti, di persone, con finalità chiare nel sostenere il pontificato in corso. La Chiesa cattolica, il Vaticano, la Santa Sede, il Papato, devono rimettere sé stessi al centro. In modo intelligente. Non un «centro» che controlla ma un «centro» che stimola, coordina, agisce. Un centro che è comunità e ascolta le comunità. È in fondo l’idea del Sinodo. Avviare, innescare processi di cambiamento. Sì, ma a patto che ci sia una direzione, un «manico» che guida e chiare procedure di verifica e valutazione. I tre verbi di Lonergan: vedere, giudicare, agire, vanno reinterpretati secondo strumenti moderni. E quali sono?
Le due riflessioni sono a questo link:
https://www.settimananews.it/papa/curia-la-riforma-incompiuta/?utm_source=newsletter-2025-01-14
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