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Rivediamoci a Nicea

Il primo concilio ecumenico della storia ha 1700 anni, e li dimostra tutti… Il Credo che tuttora recitiamo a messa espone concetti che non «parlano» più ai contemporanei. Un libro affronta la questione


Il 20 maggio o – secondo altre fonti – il 19 giugno si festeggiano i 1700 anni del Concilio di Nicea (325). Festeggiano?!? Diciamo che di quelle prime assise ecumeniche – convocate dall’imperatore vicino a casa sua per controllarle meglio, avvenute con la partecipazione di appena sei vescovi occidentali e concluse con l’affermazione dogmatica dell’«homousios» (il Figlio «della stessa sostanza» del Padre) che provocherà in seguito diversi problemi – ci sarebbe poco da felicitarsi. Gli storici lo hanno ben evidenziato: Costantino aveva bisogno di riunificare l’impero anche attraverso lo strumento del cristianesimo, che grazie a lui stava diventando la religione vincente, e lo ha fatto imponendo una linea su tutte le altre.
Limitandoci qui alla sola questione del Credo che tuttora recitiamo a messa, la cui versione è stata poi completata nel concilio di Calcedonia (451), non sono pochi i problemi che Nicea ci ha tramandato e che oggi dovrebbero interrogarci ...

L'intero contributo di Roberto Beretta è a questo link:

https://www.vinonuovo.it/teologia/pensare-la-fede/rivediamoci-a-nicea/

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