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Perché le proteste di Gaza non possono cadere nel vuoto.

 Posto che sappiamo tutti perfettamente che la prima cosa da fare sarebbe quella di sgretolare Hamas dall’interno, aiutando l’emersione di una nuova classe dirigente palestinese quantomeno in grado di interloquire con il mondo civile e desiderosa di avviare una nuova stagione di rapporti con Israele, adesso il punto è uno solo: c’è modo di evitare che queste prime voci di protesta (che avranno senz’altro già i loro sostenitori, perché a Gaza nulla accade per caso) finiscano nel nulla cosmico?

Faremmo bene (qui in Europa) ad accorgerci con una certa prontezza delle novità che presenta il drammatico scenario mediorientale, anziché tendere a ragionare con schemi spesso superati dalla realtà.
Nel sostanziale disinteresse dei media europei, martedì è successo a Gaza qualcosa di straordinario, cioè una manifestazione di popolo contro Hamas e il suo controllo feroce e violento del territorio.
Tutto ciò ha preso la forma di un vero e proprio corteo, anche se, nella sua prima uscita, non certo di dimensioni oceaniche.
Il corteo principale si è radunato nel centro di Beit Lahia, tra le macerie dei prolungati bombardamenti israeliani. Centinaia di palestinesi hanno sfilato per le vie urlando slogan contro la guerra, dopo che nelle ultime settimane l’esercito israeliano ha unilateralmente messo fine a due mesi di cessate il fuoco riprendendo la sua offensiva sulla Striscia di Gaza.
Altre proteste, meno partecipate, si sono tenute anche a Khan Yunis e Jabalia, mentre su Telegram sono circolati inviti a ...

La riflessione di Roberto Arditti è a questo link:

https://formiche.net/2025/03/gaza-cortei-contro-hamas-arditti/#content

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