La nuova Siria non decolla e il Partito Democratico Popolare Siriano, pur seguitando ad appoggiare le claudicanti nuove autorità, sottolinea che se l’emergenza economica è il primo problema e non migliora la colpa non è loro – ma anche la costruzione delle nuove istituzioni non va e la colpa è del verticismo centralista delle autorità transitorie.
Il documento spiega abbastanza nel dettaglio che non si vede ancora la determinazione di avviare un vero percorso inclusivo per costruire uno Stato plurale. Il percorso è certamente a ostacoli, ma il nuovo leader siriano Ahmed al Sharaa non dimostrerebbe quella determinazione che appare indispensabile, perché alle sue parole ancora non corrispondono i fatti.
L’ultima sua gaffe è stato il tentativo di far decollare il processo di riscrittura della Costituzione senza i curdi, che resistono alle sue richieste sulle armi. Dopo essersi dimostrato consapevole che questo però non è possibile, segno positivo, al Sharaa ha pensato di risolvere il problema invitando alcune individualità curde. Immediata la risposta dei leader dei partiti curdi: non ci rappresentano; risposta ovvia. Il dirigismo sovietico, che ha costituito la sola prassi politica conosciuta da 70 anni da quelle parti, sembra aver educato molti....
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