Con tutto il cuore, l'anima, le forze, la mente


Dall'ascolto alla conoscenza verso una vita nell'amore per l'altro



Marco elenca 7 discussioni, quella di oggi è la quinta che propone un dibattito teologico molto diffuso, mai concluso e non era una questione oziosa perché cercava di capire quale era, tra i 613 precetti derivati dal Decalogo, quello che è il principio dal quale “pendono” (è questo il verbo usato da Marco) tutti gli altri. Alcuni rabbini dicevano che era il rispetto del sabato perché lo rispetta anche Dio; altri dicevano che era il non avere altri dei; Hillel riassumeva tutto nel “non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te”; Akiva nel detto “ama il prossimo tuo come te stesso, questo è il grande principio della Torah”.

Gesù nella sua risposta non parte dal Decalogo ma dal “Credo” di Israele (Dt 6,4ss): “Ascolta Israele”. Ascoltare significa aprirsi all’altro e ospitare in sé stessi la sua presenza fondando un legame, una relazione con la quale l’io esce dal suo isolamento e vive con l’altro. Significa lasciare che Dio entri nella nostra vita e ci trasformi. Gesù indica un percorso: l’ascolto conduce alla conoscenza che propone di vivere l’amore. Tre volte in questo testo ricorre il nome del Dio di Israele che in tutta la storia ha dimostrato di amare il suo popolo: è lui che si deve ascoltare, non altri dei. È lui che ha liberato Israele dall’Egitto e ora propone al credente di fare anche lui un percorso di liberazione dal suo io e guardare all’altro, alla sua realtà da accogliere e accompagnare.

È necessario ascoltarlo:

Con tutto il cuore che era considerato il centro di tutte le scelte e se qui c’è l’ascolto di Dio, le azioni non potranno che essere in sintonia con i suoi disegni

Con tutta l’animacioè con tutta la tua vita che deve essere spesa per realizzare la volontà del Signore

Con tutte le forzecon tutto ciò che tu possiedi, con tutti i doni che hai ricevuto dal Signore

Con tutta la mentecon tutte le tue capacità intellettuali, con lo studio perché quello che si fa deve essere coscientemente ragionato, per evitare credulonerie, superstizioni, pratiche devozionali, amuleti

Amerai il tuo prossimo come te stesso è la sintesi che Gesù fa del capitolo 19 del Levitico dove il contesto è quello della raccomandazione di non raccogliere tutto il grano e l’uva ma di lasciarne ai bordi che i poveri possano prenderne. Questo perché amare significa prendere posizione in favore della vita, del fratello, del prossimo, del povero. La domanda che Gesù invita qui a porsi è: quello che faccio fa vivere, dona vita al fratello o pure no? anche nel linguaggio: la mia è una parola che aiuta, apre alla speranza oppure toglie il sorriso? 

Il Signore ci ama, ma non possiamo far tornare il suo amore direttamente a lui se non nell’amare gli uomini che lui ama. Della pratica religiosa senza l’amore e la giustizia Dio non sa cosa farsene e, nell'affermarlo, lo Scriba fa riferimento a Prv 21,3 “Praticare la giustizia e l’equità, per il Signore vale più di un sacrificio”e a Osea 6,6 “Voglio l’amore non il sacrificio”.

(BiGio)

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