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Taiwan è principale trofeo nella competizione tra Stati Uniti e Cina

Se ne parla poco e distrattamente, ma non è cosa di poco conto la partita che si sta giocando per il controllo del Mar del Giappone ed è necessario tener desta l'attenzione per uno scenario che potrebbe esplodere


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Taiwan è principale trofeo nella competizione tra Stati Uniti e Cina. Se tra i due sfidanti sarà guerra, si consumerà per l’isola bella. Portaerei naturale a soli 140 chilometri dalla costa della Repubblica Popolare, consente a chi la possiede di dominare i mari cinesi, di accedere all’Oceano Pacifico. Protettorato statunitense, funge da coltello puntato contro l’impero del Centro. 

Per Pechino la sua (ri)conquista è rottura dell’assedio americano, riscatto psicologico, passaggio verso l’egemonia. Per Washington è inderogabile linea rossa, primo elemento del soffocamento altrui, emblema della supremazia globale. Per Tōkyō è extrema ratio che riporta nella storia, dentro il conflitto con il rivale cinese, là dove l’impero nipponico volle assimilare una nazione. 


Nel corso dei decenni i taiwanesi di principale etnia han e molteplici influenze coloniali hanno sviluppato una cantata distanza culturale dalla madrepatria, reinventando dolosamente il colonialismo giapponese, rappresentandosi come Cina alternativa, depositaria di un destino proprio. Spettacolare mutamento che complica la riunificazione sognata dalla Repubblica Popolare. 


Oggi Pechino non dispone delle capacità militari per sbarcare a Taipei, né di una missione imperiale per persuadere i taiwanesi ad accettare l’annessione. Non riuscirebbe a domare il territorio neppure se vi approdasse. 


Eppure la dirigenza comunista ha trasformato il recupero di Formosa in fine irrinunciabile, da realizzarsi entro il 2049, se non addirittura prima del (possibile) pensionamento di Xi Jinping previsto per il 2032. 


Mentre l’offensiva marittima perseguita da Washington potrebbe presto convincere Pechino della necessità di usare la forza per sottrarsi al soffocamento, per trascendere la prima barriera di isole. Cui si somma l’inaggirabile impulso di obliterare l’altra Cina, di assurgere a unica declinazione della propria civiltà. Quanto rischia di sconvolgere Formosa prima del previsto, perfino aldilà dei programmi stilati dai soggetti coinvolti. In nome di un territorio storicamente strategico, attualmente decisivo.

 

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